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Tra i tanti intellettuali e stampatori dell’epoca, si distingue Aldo Manuzio la cui storia si intreccia con quella di Alberto Pio III principe di Carpi e lascia un segno indelebile, che perdura tutt’oggi, nella nostra cittadina.

Aldo Manuzio, precettore di Alberto Pio III, si trasferisce nella Serenissima e apre una stamperia ma il sogno di Alberto Pio di riavere il suo amico e precettore vicino, non si avvera mai nonostante gli abbia affidato l’incarico di aprire la prima stamperia a Carpi.

La signoria dei Pio non aspetta a lungo e nel 1506 fa la sua apparizione, nel convento di San Nicolò dei Minori Osservanti, il primo torchio tipografico portato e utilizzato da Benedetto Dolcibelli, che fa esperienza, assieme ad un altro carpigiano, Giovanni Bissoli, a Venezia presso Aldo Manuzio.

L’apprendistato presso Manuzio finisce nel 1498 quando Bissoli e Dolcibelli aprono, a Venezia, una loro stamperia e fanno concorrenza sleale a Manuzio imitando i tipi e i caratteri e stampando, con Bartolomeo Pelusio di Capodistria e con Gabriele Braccio di Brisighella, edizioni greche delle “Lettere” di Falaride e delle “Favole” di Esopo.

La società non pubblica altre edizioni e non prosegue la sua attività probabilmente perché risulta difficile competere a Venezia con Manuzio. Da qui comincia per Dolcibelli un lungo peregrinare per poi tornare al feudo dei Pio.

Alberto Pio impiega un po’ per accettare e perdonare la “scorrettezza” operata da Dolcibelli ai danni di Manuzio, ma poi c’è un riavvicinamento dimostrato dal matrimonio della figlia Alda con Manfredo Pio, appartenente ad un ramo collaterale della famiglia, e quello della sorella Margherita, che sposa il pittore Bernardino Loschi, intimo amico di Alberto Pio e sua persona di fiducia alla quale affida la realizzazione di numerose opere edilizie ed artistiche a Carpi.

Così nel 1506 Alberto Pio lo assume a corte per rilegare una serie di codici e libri della sua biblioteca personale e in quell’anno Dolcibelli, nel complesso conventuale di San Nicolò, stampa tre libri, ma il principe di Carpi, pur essendo omaggiato nelle dediche, non contribuisce alle spese, che sono sostenute da privati.

Nel 1508, nel castello di Novi, presso Carpi, Dolcibelli stampa l’opera di Giovan Francesco Pico “De Proventia Dei contra philosophastros”, questa volta a spese di Alberto Pio al quale è dedicato. In questo testo sono espresse le aspirazioni filosofiche e religiose sia di Alberto Pio che del cugino Giovan Francesco Pico, esule da Mirandola e suo ospite, ed è anche un manifesto politico contro le minacce dei potenti signori vicini.

Benedetto Dolcibelli nel 1509 si trasferice a Ferrara chiamato da Ludovico Bonaccioli, medico di corte degli Estensi. Muore nel 1512 e indica nel testamento, come luogo della sua sepoltura, la chiesa francescana di San Nicolò a Carpi.

Dolcibelli nelle edizioni di Carpi e di Novi, utilizza caratteri nuovi di corsivo, totalmente indipendenti da quelli usati da Manuzio, dimostra in questo modo una sensibilità grafica e una ricerca creativa di notevole valore aggiunto.

Le marche tipografiche di Dolcibelli sono varie e non ripetitive, ad esempio dapprima usa una pigna, poi un simbolo con la lettera “M” all’interno di un rettangolo diviso da aste con le iniziali “D.B” e le lettere “I.V.P.E.” dentro un cartiglio superiore tra due rami di lauro sormontato da una stella e poi, nelle edizioni di Carpi e Novi, utilizza una nave con le vele raccolte e nella banderuola di poppa le iniziali “D.B.”.

Così Carpi, dopo Dolcibelli deve aspettare fino al 1613, quando Girolamo Vaschieri si propone come l’ideatore di una “Bottega da Stampa”, che nel 1622 pubblica il trattato di grafologia di Camillo Baldi, che è considerato il precursore della grafologia.

L’attività di una Stamperia comunale o Stamperia del pubblico, legata cioè alle esigenze della comunità, compare verso la metà del Seicento in cui il Comune affitta ambienti e macchinari a vari artigiani che si susseguono nel tempo, come il modenese Paolo Abbate, e dopo una lunga interruzione, i fratelli Nicolò e Demetrio Degni anch’essi modenesi.

Sono due carpigiani, Floriano Cabassi e Giulio Cesare Ferrari che conducono la stamperia dal 1772 al 1791, mentre nell’età napoleonica compare il nome di Ferdinando Gabardi, e per tutto l’Ottocento i gestori risultano essere Gaetano Barbieri e Giuseppe Rossi il quale, nel 1901, rimane affittuario nei locali della Stamperia ma ne acquista i macchinari, dando così inizio ad un processo di privatizzazione della stessa.

L’azienda tipografica “Giuseppe Rossi” di Carpi, viene rilevata, grazie alla generosità e alle elargizioni di illustri benefattori come l’onorevole Alfredo Bertesi, dalla locale Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra (ANMIG) nel 1920, che si prefigge di offrire lavoro e impiego ai propri soci, una cinquantina, ed ad un certo numero di orfani e vedove di guerra.

L’anno dopo, nel 1921, viene acquistato anche il negozio di cartoleria che rimane attivo come “Cartoleria Mutilati” fino al 30 aprile del 1932, oggi di proprietà della famiglia Giglioli.
Durante il regime fascista, la Tipografia “Mutilati”, affronta momenti difficili dovuti alla serrata concorrenza con la Società Tipografica “L’Ardita”, ma tutto cambia nel 1938 quando gli viene assegnato l’appalto per le pubbliche affissioni, che gli permette di risollevarsi economicamente.

Riesce con fatica a riprendersi, sul piano occupazionale, nel secondo dopo guerra e a partire dagli anni Cinquanta fino agli anni Settanta, lo “Stabilimento Editoriale Tipografico Mutilati” è la tipografia carpigiana più attiva perché l’Amministrazione comunale carpigiana le affida la stampa di numerose pubblicazioni, e fino agli anni Settanta le permette di occupare i locali all’interno del castello dei Pio.

Nel 1983 lo Stabilimento Editoriale Tipografico Mutilati, si trasforma in cooperativa grazie ad un’iniziativa dei dipendenti e nasce così la “Nuovagrafica”, che rileva l’attività e cede a titolo gratuito i macchinari più antichi al Comune per la loro musealizzazione.

E’ l’inizio di una nuova era, che proietta la tradizionale tipografia con i suoi torchi manuali e poi le macchie elettriche, nel futuro pieno non solo di innovazione tecnologica, dovuta alle stampanti digitali che creano nuove professionalità, ma anche di nuove responsabilità verso l’ambiente e verso le persone.

Nuovagrafica già da anni si ispira a comportamenti gestionali con alto valore di responsabilità sociale ed ambientale, per questo ha aderito al progetto “Le Vie Della Sostenibilità Graphics”, che le permetterà di raggiungere i propri obiettivi economici attraverso uno sviluppo sostenibile.

E per proseguire la tradizione e mantenere un legame con quei personaggi che con la loro passione e la continua ricerca della perfezione hanno portato le innovazioni che tuttora usiamo, la Nuovagrafica ha aperto una casa editrice che con le sue edizioni APM, acronimo di Aldo Pio Manuzio, ha firmato numerose pubblicazioni di alta qualità e pregio di artisti e fotografi in occasione di eventi a loro dedicati.

 

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Aldo Manuzio, 500 anni dopo…. https://nuovagrafica.it/?p=6734 https://nuovagrafica.it/?p=6734#respond Wed, 25 Mar 2015 14:20:45 +0000 http://www.nuovagrafica.it/?p=6734 In occasione del cinquecentenario della morte di Aldo Manuzio, il comune di Carpi, la fondazione Cassa di Risparmio di Carpi e i Musei di Palazzo dei Pio, in collaborazione con Banca Popolare dell’Emilia Romagna, Blumarine, CMB, Unipol e Nuovagrafica, hanno organizzato una mostra intitolata “I libri belli”, dedicata ad Aldo Manuzio a Carpi e alla xilografia, che sarà inaugurata il 28 marzo 2015 alle ore 18 presso i Musei di Palazzo dei Pio.

Gli sponsor dell’evento sono:

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Edizioni Aldine https://nuovagrafica.it/?p=6725 https://nuovagrafica.it/?p=6725#respond Wed, 18 Mar 2015 16:18:46 +0000 http://www.nuovagrafica.it/?p=6725 […]]]> Aldo Manuzio, nacque nel 1449 a Bassiano (Velletri), grande umanista, è ritenuto il maggior tipografo del suo tempo e il primo editore in senso moderno in quanto introdusse numerose innovazioni che tutt’oggi vengono utilizzate.

Manuzio studia il latino a Roma con Gasparino da Verona e Domizio Calderini, il greco a Ferrara con Guarino da Verona. Fu ospite a Mirandola, nel 1482, del suo amico e compagno di studi Giovanni Pico della Mirandola che lo propose come tutore dei suoi nipoti Alberto III Pio e Lionello Pio, principi di Carpi.

Probabilmente in questo periodo Manuzio matura l’idea di preservare dall’oblio la filosofia e la letteratura greca e la letteratura latina, diffondendone i capolavori tramite edizioni stampate.

Così, nel 1494 apre la sua tipografia a Venezia, che in quel periodo non solo era uno dei maggiori centri europei del libro stampato ma anche il centro più importante per lo studio dei classici greci. Qui infatti si erano rifugiati molti studiosi greci fuggiti da Bisanzio dopo la caduta dell’Impero Romano d’Oriente.

In questo clima di fervore intellettuale, Manuzio, comincia a stampare l’opera di Aristotele in 5 volumi, poi nel 1499 stampa un libro che divenne subito celebre, perché scritto in volgare e decorato con stupende xilografie: “Hypnerotomachia Poliphili” (ossia “La battaglia amorosa di Polifilio in sogno”), che risulta essere uno dei volumi più pregiati dell’umanesimo italiano.

Nel 1501 dai suoi torchi esce la sua edizione di Virgilio, stampato con il nuovo carattere “corsivo”, che fece incidere dal bolognese Francesco Griffo, e in un formato più piccolo detto “in ottavo” che risulta più maneggevole e leggero così da agevolarne il trasporto (l’antesignano di quello che per noi oggi è il formato “tascabile”).

Nel 1502  pubblica la Divina Commedia, curata da Pietro Bembo, nel nuovo formato “tascabile”, stampata in corsivo e senza commenti, che viene presa come modello per tutte le ristampe dell’opera di Dante, per i tre secoli successivi.

La popolarità che raggiunse questa edizione della Divina Commedia, per le innovazioni apportate, è tale che anche il simbolo utilizzato da Manuzio, l’ancora con delfino, diviene talmente popolare da essere nota come “edizioni aldine” o più semplicemente “Aldine”.

Manuzio pubblica anche opere di illustri intellettuali dell’epoca quali, Erasmo da Rotterdam, Angelo Poliziano e Pietro Bembo, ed è il primo a pubblicare il catalogo delle proprie edizioni che raggiungono un totale di oltre 130 opere.

Dopo la sua morte nel 1515, la tipografia viene condotta dal suocero, dai cognati e dai figli.

Nel 1506 a Carpi, grazie ad un allievo carpigiano di Manuzio, di nome Benedetto Dolcibelli, compare finalmente la prima stamperia che, a metà del Seicento diventa Stamperia comunale e stampa tutte le pubblicazioni del Comune, poi, attraverso varie trasformazioni nei secoli, arriva fino al 1920 quando viene rilevata dalla locale Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra (ANMIG), che continua nella sua opera di pubblica utilità continuando a stampare materiale per l’Amministrazione pubblica.

Dagl’anni Venti arriva fino ai primi anni Ottanta in cui avviene un’ulteriore trasformazione che parte però dall’interno, infatti i dipendenti della stamperia Mutilati, costituiscono la cooperativa Nuovagrafica, che rileva l’attività e cede a titolo gratuito i macchinari più antichi al Comune per l’allestimento del museo della stampa, anche e soprattutto per via di quello spirito che da sempre la contraddistingue e che arriva da radici lontane, di amore per la cultura e per l’arte da divulgare e condividere con i propri concittadini, come una sorta di legame che dovrebbe impedirci di perdere la nostra identità culturale.

A partire dall’inizio del 2000 la Nuovagrafica non solo prosegue la tradizione tipografica, ma anche la tradizione editoriale, aprendo una casa editrice con il nome di APM, acronimo di Aldo Pio Manuzio, che con lo stesso amore per la cultura e l’arte, pubblica edizioni di Luca Panaro, critico d’arte e curatore, di Bruno Munari, artista e designer italiano, il fotografo Mario Cresci e il fotografo Olivio Barbieri, solo per citarne alcuni.

La Nuovagrafica nella sua veste di casa editrice APM, si è impegnata, assieme al Gruppo Fotografico Grandangolo BFI e Twin-Set Simona Barbieri, nel progetto di far conoscere i più noti fotografi contemporanei attivi sul territorio carpigiano, realizzando volumi di fotografia di alta qualità e pregio, dedicati agli eventi che li vedono protagonisti.

In questo modo riprende la tradizione di Alberto III Pio di portare la cultura e dare lustro a Carpi cosa che fece per esempio, chiamando presso la sua corte l’architetto Baldassarre Peruzzi e il pittore Bernardino Loschi.

Nella sua trasformazione, passando dal torchio alla stampa in digitale e mantenendo il suo legame con il passato aprendo una casa editrice, Nuovagrafica, non dimentica la sua Responsabilità Sociale d’Impresa nello svolgimento delle sue attività produttive, cercando di avere il minor impatto possibile sull’ambiente utilizzando materiali certificati carbon free e mettendo in pratica comportamenti e procedimenti volti a produrre la minor quantità di CO2.

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Look Book https://nuovagrafica.it/?p=6708 https://nuovagrafica.it/?p=6708#respond Wed, 25 Feb 2015 09:54:12 +0000 http://www.nuovagrafica.it/?p=6708 […]]]> E’ il momento più atteso dell’anno: l’uscita del look book.

Non si è mai pronti, si è sempre puntualmente in ritardo, anche quando sembra di aver fatto tutto, c’è sempre il ripensamento dell’ultimo momento, ma ormai la collezione è già uscita e non rimane che… fotografarla!

E allora comincia, in un turbinio di luci e cavi, il lavoro di fotografi, truccatori, stylist, hairstylist e poi loro, le modelle.

Altissime ed eteree che indossano uno dopo l’altro i capi frutto di mesi di disegni rivisti e corretti, di campioni tagliati, cuciti e ritoccati, di ricerca dei tessuti e dei colori di tendenza, e questo perché la ricerca del bello non si esaurisce mai, ed ogni capo è una piccola opera d’arte che trasmette, a chi la indossa, la sensazione di essere per un attimo, altrettanto speciale.

Un look book non è solo una raccolta fotografica di capi d’abbigliamento, ma racchiude l’essenza e l’interpretazione che gli stilisti danno del concetto primordiale di “vestirsi”. Un capo d’abbigliamento non è mai fine a se stesso ma manda un messaggio a chi guarda su chi siamo o che vogliamo essere in quel momento.

La stampa di look book perciò, ha una storia tutta sua e le tecniche di stampa e di rilegatura sono diversissime e riflettono le idee e il gusto di chi li commissiona. Tra stampa in quadricromia su carta opaca, con rilegatura a spirale o stampa offset o digitale su carta lucida con rilegatura a caldo, ogni brand ha le proprie necessità per dare valore alla propria immagine.

Non ci sono limiti alla fantasia e alle possibilità di intervento. Anche sulle copertine, ci si può sbizzarrire tra cartoncini, plastiche, cartoncini accoppiati a tela con serigrafia. Per questo, il catalogo di moda è diventato un vero e proprio strumento di comunicazione che abbina look&feel a materia vera e propria.

In questo suo lavoro quotidiano di stampa di cataloghi aziendali e non solo, la Nuovagrafica non dimentica la propria Responsabilità Sociale d’Impresa, essendo una realtà che è nata e si è sviluppata in un territorio rurale che ha visto un rapido sviluppo industriale che non sempre ha rispettato l’ambiente e la salute dei cittadini, persegue la strada della sostenibilità ambientale azzerando le emissioni di CO2.

 

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…e nacque la stampa. https://nuovagrafica.it/?p=6687 https://nuovagrafica.it/?p=6687#respond Thu, 05 Feb 2015 10:17:58 +0000 http://www.nuovagrafica.it/?p=6687 […]]]>  

L’invenzione della stampa a caratteri mobili in metallo, in Occidente, è attribuita al tedesco Johannes Gutenberg, quando tra il 1448 e il 1454 a Magonza, stampa il primo libro con questa tecnica. Si tratta di una Bibbia a 42 linee (cioè quelle che compongono ogni pagina) che viene messo in vendita nel 1455 a Francoforte sul Meno.

Questo tipo di tecnica consiste nell’allineare i “tipi” (piccoli prismi metallici su ciascuno dei quali è inciso in rilievo a rovescio un carattere) assemblandoli in linee, e unire queste linee in modo da creare le pagine complete di testo. Così vengono create le matrici di ogni pagina, inchiostrate e successivamente stampate con un torchio pressore.

Nell’arco di circa un decennio la nuova tecnica si diffonde nelle varie città europee e in particolare a Venezia dove i primi stampatori compaiono nel 1469 e trasformano la città nel più importante centro europeo del libro stampato.

E’ nel periodo di massimo fulgore della città, che compare un personaggio che introduce due importanti innovazioni che rivoluzionano la stampa e danno notevole impulso alla diffusione della cultura: Aldo Pio Manuzio.

Personaggio di notevole cultura, Manuzio (studia il latino a Roma e il greco a Ferrara) nel 1482 si trova a Mirandola presso l’amico e compagno di studi Giovanni Pico della Mirandola, che quando si trasferisce a Firenze, procura a Manuzio il posto di tutore dei suoi due nipoti Lionello Pio e Alberto III Pio, principi di Carpi. Probabilmente il primo finanziatore di Manuzio fu proprio il principe Alberto Pio con il quale mantenne un fortissimo legame e che in seguito gli permise di aggiungere al suo nome quello della famiglia Pio.

A Venezia Manuzio allaccia rapporti di collaborazione e di amicizia con letterati ed artisti, nonché con studiosi greci fuggiti da Bisanzio dopo la caduta dell’Impero Romano d’Oriente. Queste relazioni intellettuali portano alla fondazione dell’Accademia Aldina, dedicata agli studi ellenistici che si prefigge di diffondere lo studio dei classici greci in Italia e in Europa.

L’amore per la cultura, derivata dagli studi umanistici, lo inducono a realizzare il suo sogno di diffondere e preservare la filosofia e la letteratura greca e latina dall’oblio, recuperando e riproponendo i grandi capolavori classici, tramite edizioni stampate nella sua tipografia fondata nel 1494 a Venezia.

Le due innovazioni che Manuzio introduce e che rivoluzionano la stampa sono l’invenzione del corsivo (conosciuto come “italico”), che permette di ridurre lo spazio di stampa, e il formato più piccolo del libro, ovvero in ottavo, che lo rende più leggero, maneggevole e facilmente trasportabile.

Il primo volume che Manuzio stampa con queste caratteristiche, è l’opera di Vigilio nel 1501.

Grazie a queste innovazioni, i suoi volumi si diffondo velocemente in tutta Europa con il nome di edizioni Aldine o Aldine. Le sue stampe sono contraddistinte da un simbolo raffigurante un’ancora con un delfino, che rappresenta il suo motto festina lente ovvero “affrettati con calma”, cioè “pensa bene, ma poi agisci”. Quest’immagine Manuzio la ricava da un’antica moneta romana donatagli da Pietro Bembo, in cui l’ancora simboleggia la solidità, mentre il delfino la velocità.

Le opere pubblicate da Manuzio costituirono per molti anni, una sorta di patrimonio enciclopedico del sapere umanistico e suscitano ancora oggi meraviglia e interesse.

 

 

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La nascita del corsivo https://nuovagrafica.it/?p=6675 https://nuovagrafica.it/?p=6675#respond Fri, 19 Dec 2014 19:20:33 +0000 http://www.nuovagrafica.it/?p=6675 […]]]> Sembra strano parlare di “nascita del corsivo” perché è una forma di scrittura che si impara a scuola quando si è piccoli e quindi si è portati a credere che sia nato con la nascita della scrittura, ma non è così. I Romani, per esempio, scrivevano solo con lettere maiuscole e in stampatello e solo nel tardo Medioevo e per opera degli Umanisti, l’alfabeto latino venne modificato nei caratteri e reso più fluido. Così si diffuse rapidamente e prese piede quello che oggi è il “corsivo”, noto anche come “italico”.

Nel 1500 Venezia era il centro tipografico ed editoriale più importante d’Europa, e fu qui che colui che è ritenuto il maggior tipografo del suo tempo e il primo editore in senso moderno, Aldo Pio Manuzio, creò il carattere “corsivo”. Pensato come riproduzione della calligrafia cancelleresca rinascimentale, Manuzio ne commissionò il disegno e l’incisione a Francesco Griffo o Griffi, incisore bolognese.

Si trattava di un carattere elegante ma allo stesso tempo sobrio, leggermente inclinato verso destra, chiaro e leggibile, cosicché venne usato anche dalla cancelleria papale per le proprie comunicazioni scritte.

Questo nuovo carattere comparve per la prima volta nel 1501, quando Aldo Pio Manuzio lo usò per stampare l’opera di Virgilio introducendo anche un nuovo formato di stampa: il volume fu stampato “in ottavo” e quindi in un formato molto ridotto rispetto ai grandi volumi “in folio”  e rese il libro, per la prima volta, maneggevole e leggero, di conseguenza facilmente trasportabile.

Quindi, anche a livello editoriale, Aldo Pio Manuzio, nella sua ambizione di voler diffondere la lingua e la filosofia greca  per quella sua visione umanistica del mondo, fece una grande rivoluzione nell’inventare il corsivo e nel trovare un nuovo formato che più si adeguasse ad esso, dando così origine a quella che oggi si definisce “editoria tascabile”.

Ma oltre alla creazione del corsivo, va ricordato che Aldo Pio Manuzio, fu il primo ad usare la punteggiatura così come la conosciamo ora (il punto, la virgola, il punto e virgola, l’accento e l’apostrofo) e a numerare le pagine su entrambi i lati (fronte-retro) e fu anche il primo a pubblicare il catalogo delle proprie edizioni che raggiunsero un totale di oltre 130 opere.

Quindi se la stampa, in Occidente, fece la sua prima comparsa in Germania e Johannes Gutenberg ne rivoluzionò la tecnica introducendo i caratteri mobili in metallo e usando inchiostri a base oleosa, si può affermare che in Italia, grazie a  Aldo Pio Manuzio, quest’arte raggiunse il suo massimo splendore.

Bernardino_Loschi,_Aldo_Manuzio

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Pubblicazione nuovo sito aziendale https://nuovagrafica.it/?p=2177 https://nuovagrafica.it/?p=2177#respond Sun, 24 Mar 2013 14:00:35 +0000 http://ubuntu/next/?p=2177 Finalmente ci siamo!

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C’è voluto un po’ di tempo, ma alla fine ce l’abbiamo fatta. E non è ancora finita! Abbiamo molta strada davanti e molto da fare.
Abbiamo pubblicato il nostro nuovo sito, basato su piattaforma WordPress, per dare forma, volto e incisività alla nostra comunicazione. Curiamo sempre la comunicazione per gli altri e ci dimentichiamo della nostra. Ma eccoci finalmente qui, aperti al pubblico, al confronto e alla voglia di essere protagonisti online.

Abbiamo capito che oggi la comunicazione passa sul web, che non possiamo non esserci, che non possiamo rimanere indietro. Ci siamo affidati ad un serio professionista della comunicazione online e crediamo che nel tempo i risultati arriveranno. Ma quello che è più importante di tutto, è essere qui, con voi.

Due saranno le sezioni dinamiche che più subiranno modifiche e sviluppi nel tempo, la sezione dedicata alle news e quella legata al nostro Portfolio. Avrete modo di giudicare meglio quando man mano pubblicheremo la nostra storia, la nostra davvero lunga storia che ci accompagna fedele nel tempo.

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Confidiamo nel fatto che ci verrete a visitare in tanti. Nel frattempo auguriamo a tutti voi, una buona Domenica delle Palme. Abbiamo scelto proprio questo giorno per pubblicare il sito perchè proprio in questo giorno la Chiesa ricorda il trionfale ingresso di Gesù a Gerusalemme in sella ad un asino, osannato dalla folla che lo salutava agitando rami di palma. La folla, radunata dalle voci dell’arrivo di Gesù, stese a terra i mantelli, mentre altri tagliavano rami dagli alberi di ulivo e di palma, abbondanti nella regione, e agitandoli festosamente gli rendevano onore.

Certo non abbiamo la presunzione, nemmeno lontana di essere i messia della comunicazione, per carità! E nemmeno di essere così importanti da venire osannati. Ma sappiamo che questo è il nostro ingresso, discreto, delicato e affettuoso, in un mondo che ha iniziato un nuovo percorso di crescita, dove la globalizzazione e l’interconnessione hanno cambiato il modo di fare impresa e di stare sul mercato.

Buona visione!

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