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Nel 1500 Venezia era il centro tipografico ed editoriale più importante d’Europa, e fu qui che colui che è ritenuto il maggior tipografo del suo tempo e il primo editore in senso moderno, Aldo Pio Manuzio, creò il carattere “corsivo”. Pensato come riproduzione della calligrafia cancelleresca rinascimentale, Manuzio ne commissionò il disegno e l’incisione a Francesco Griffo o Griffi, incisore bolognese.
Si trattava di un carattere elegante ma allo stesso tempo sobrio, leggermente inclinato verso destra, chiaro e leggibile, cosicché venne usato anche dalla cancelleria papale per le proprie comunicazioni scritte.
Questo nuovo carattere comparve per la prima volta nel 1501, quando Aldo Pio Manuzio lo usò per stampare l’opera di Virgilio introducendo anche un nuovo formato di stampa: il volume fu stampato “in ottavo” e quindi in un formato molto ridotto rispetto ai grandi volumi “in folio” e rese il libro, per la prima volta, maneggevole e leggero, di conseguenza facilmente trasportabile.
Quindi, anche a livello editoriale, Aldo Pio Manuzio, nella sua ambizione di voler diffondere la lingua e la filosofia greca per quella sua visione umanistica del mondo, fece una grande rivoluzione nell’inventare il corsivo e nel trovare un nuovo formato che più si adeguasse ad esso, dando così origine a quella che oggi si definisce “editoria tascabile”.
Ma oltre alla creazione del corsivo, va ricordato che Aldo Pio Manuzio, fu il primo ad usare la punteggiatura così come la conosciamo ora (il punto, la virgola, il punto e virgola, l’accento e l’apostrofo) e a numerare le pagine su entrambi i lati (fronte-retro) e fu anche il primo a pubblicare il catalogo delle proprie edizioni che raggiunsero un totale di oltre 130 opere.
Quindi se la stampa, in Occidente, fece la sua prima comparsa in Germania e Johannes Gutenberg ne rivoluzionò la tecnica introducendo i caratteri mobili in metallo e usando inchiostri a base oleosa, si può affermare che in Italia, grazie a Aldo Pio Manuzio, quest’arte raggiunse il suo massimo splendore.
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