Aldo Manuzio, nacque nel 1449 a Bassiano (Velletri), grande umanista, è ritenuto il maggior tipografo del suo tempo e il primo editore in senso moderno in quanto introdusse numerose innovazioni che tutt’oggi vengono utilizzate.
Manuzio studia il latino a Roma con Gasparino da Verona e Domizio Calderini, il greco a Ferrara con Guarino da Verona. Fu ospite a Mirandola, nel 1482, del suo amico e compagno di studi Giovanni Pico della Mirandola che lo propose come tutore dei suoi nipoti Alberto III Pio e Lionello Pio, principi di Carpi.
Probabilmente in questo periodo Manuzio matura l’idea di preservare dall’oblio la filosofia e la letteratura greca e la letteratura latina, diffondendone i capolavori tramite edizioni stampate.
Così, nel 1494 apre la sua tipografia a Venezia, che in quel periodo non solo era uno dei maggiori centri europei del libro stampato ma anche il centro più importante per lo studio dei classici greci. Qui infatti si erano rifugiati molti studiosi greci fuggiti da Bisanzio dopo la caduta dell’Impero Romano d’Oriente.
In questo clima di fervore intellettuale, Manuzio, comincia a stampare l’opera di Aristotele in 5 volumi, poi nel 1499 stampa un libro che divenne subito celebre, perché scritto in volgare e decorato con stupende xilografie: “Hypnerotomachia Poliphili” (ossia “La battaglia amorosa di Polifilio in sogno”), che risulta essere uno dei volumi più pregiati dell’umanesimo italiano.
Nel 1501 dai suoi torchi esce la sua edizione di Virgilio, stampato con il nuovo carattere “corsivo”, che fece incidere dal bolognese Francesco Griffo, e in un formato più piccolo detto “in ottavo” che risulta più maneggevole e leggero così da agevolarne il trasporto (l’antesignano di quello che per noi oggi è il formato “tascabile”).
Nel 1502 pubblica la Divina Commedia, curata da Pietro Bembo, nel nuovo formato “tascabile”, stampata in corsivo e senza commenti, che viene presa come modello per tutte le ristampe dell’opera di Dante, per i tre secoli successivi.
La popolarità che raggiunse questa edizione della Divina Commedia, per le innovazioni apportate, è tale che anche il simbolo utilizzato da Manuzio, l’ancora con delfino, diviene talmente popolare da essere nota come “edizioni aldine” o più semplicemente “Aldine”.
Manuzio pubblica anche opere di illustri intellettuali dell’epoca quali, Erasmo da Rotterdam, Angelo Poliziano e Pietro Bembo, ed è il primo a pubblicare il catalogo delle proprie edizioni che raggiungono un totale di oltre 130 opere.
Dopo la sua morte nel 1515, la tipografia viene condotta dal suocero, dai cognati e dai figli.
Nel 1506 a Carpi, grazie ad un allievo carpigiano di Manuzio, di nome Benedetto Dolcibelli, compare finalmente la prima stamperia che, a metà del Seicento diventa Stamperia comunale e stampa tutte le pubblicazioni del Comune, poi, attraverso varie trasformazioni nei secoli, arriva fino al 1920 quando viene rilevata dalla locale Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra (ANMIG), che continua nella sua opera di pubblica utilità continuando a stampare materiale per l’Amministrazione pubblica.
Dagl’anni Venti arriva fino ai primi anni Ottanta in cui avviene un’ulteriore trasformazione che parte però dall’interno, infatti i dipendenti della stamperia Mutilati, costituiscono la cooperativa Nuovagrafica, che rileva l’attività e cede a titolo gratuito i macchinari più antichi al Comune per l’allestimento del museo della stampa, anche e soprattutto per via di quello spirito che da sempre la contraddistingue e che arriva da radici lontane, di amore per la cultura e per l’arte da divulgare e condividere con i propri concittadini, come una sorta di legame che dovrebbe impedirci di perdere la nostra identità culturale.
A partire dall’inizio del 2000 la Nuovagrafica non solo prosegue la tradizione tipografica, ma anche la tradizione editoriale, aprendo una casa editrice con il nome di APM, acronimo di Aldo Pio Manuzio, che con lo stesso amore per la cultura e l’arte, pubblica edizioni di Luca Panaro, critico d’arte e curatore, di Bruno Munari, artista e designer italiano, il fotografo Mario Cresci e il fotografo Olivio Barbieri, solo per citarne alcuni.
La Nuovagrafica nella sua veste di casa editrice APM, si è impegnata, assieme al Gruppo Fotografico Grandangolo BFI e Twin-Set Simona Barbieri, nel progetto di far conoscere i più noti fotografi contemporanei attivi sul territorio carpigiano, realizzando volumi di fotografia di alta qualità e pregio, dedicati agli eventi che li vedono protagonisti.
In questo modo riprende la tradizione di Alberto III Pio di portare la cultura e dare lustro a Carpi cosa che fece per esempio, chiamando presso la sua corte l’architetto Baldassarre Peruzzi e il pittore Bernardino Loschi.
Nella sua trasformazione, passando dal torchio alla stampa in digitale e mantenendo il suo legame con il passato aprendo una casa editrice, Nuovagrafica, non dimentica la sua Responsabilità Sociale d’Impresa nello svolgimento delle sue attività produttive, cercando di avere il minor impatto possibile sull’ambiente utilizzando materiali certificati carbon free e mettendo in pratica comportamenti e procedimenti volti a produrre la minor quantità di CO2.